Il confronto con l’Europa
Riscaldare casa a Milano costa il 50% in più rispetto a Parigi o Berlino – Un edificio su due è in classe G
Per riscaldare un appartamento di 80 metri quadrati ci vogliono mediamente 1.550 euro all’anno in Lombardia contro i 980 circa di Parigi o Berlino; in Svizzera o in Austria ne bastano meno di 400. E le stime potrebbero essere per difetto, perché non tengono conto delle differenze di costi energetici. Un dato che non sorprende se si considera che un un milione e mezzo di abitazioni in Lombardia non è mai stata sottoposta a interventi di riqualificazione e che quindi consuma molto più di quanto non sarebbe possibile, se non con complete ristrutturazioni, con normali interventi di manutenzione straordinaria degli impianti.
Solo un edificio su cento, inoltre, appartiene alla classe energetica A o A+, mentre più di una casa su due (il 51,6% degli edifici) è in classe G, la meno efficiente (o meglio quella in cui si spreca di più). Considerando tutte le abitazioni certificate dal 2007 a oggi, il fabbisogno energetico medio a Milano si attesta infatti su un valore di 202,8 kWh/mq. Un consumo che oscilla da 1,5 a 3,5 volte in più rispetto a città come Berlino, Vienna o Parigi, dove l’inverno è più rigido e l’energia costa meno.
È la fotografia energetica dell’immobiliare lombardo – basata su dati Finlombarda rielaborati e analizzati da Rete Irene, network di imprese specializzato in riqualificazione energetica – anallizzata nel convegno che si è svolto martedì 15 ottobre al Politecnico di Milano, in collaborazione con Anaci Lombardia (associazione di amministratori di condominio da tempo attenta ai temi dell’efficienza degli edifici) e Rete Irene: “Riqualificazione energetica a Milano: istruzioni per l’uso”.
Non solo risparmio in bolletta, ma anche meno inquinamento e più attenzione all’ambiente. Una casa (inefficiente) infatti consuma e inquina più di un’auto: un appartamento di 80 metri quadri a Milano consuma in 12 mesi mediamente 20 metri cubi di combustibile per metro quadro (con un costo medio di circa 1.550 euro) e immette nell’atmosfera circa 3,6 tonnellate di CO2, il doppio di un Suv che circola in città percorrendo 10 mila chilometri l’anno.
Sempre secondo i dati Finlombarda le abitazioni residenziali della regione che hanno più di 30 anni sono 3,3 milioni, pari a oltre il 75% del totale. Di queste, il 47% non ha mai subito interventi di manutenzione. Se da qui al 2020 si intervenisse anche solo su un terzo di questi 1,55 milioni di alloggi “spreconi” si ridurrebbero emissioni di CO2 per un totale di 750 mila tonnellate all’anno. Un risultato che equivarrebbe a eliminare dalla circolazione per un anno 500mila vetture, o come ridurre di un terzo il traffico a Milano. Senza contare l’aumento del valore patrimoniale dell’immobile.
«La maggior parte degli edifici che occupiamo è stata realizzata in epoche nemmeno troppo lontane, ma in cui l’efficienza energetica era una tematica praticamente sconosciuta. La soluzione di ogni carenza veniva demandata agli impiantisti, cui spettava il compito di risolvere le problematiche legate al comfort interno a spese di ingenti consumi di combustibili – spiega il professor Niccolò Aste del Politecnico. – I nostri immobili sono pesantemente energivori e necessitano di efficaci operazioni di retrofit, al fine di allinearli agli attuali standard. Tutto ciò è possibile solo attraverso operazioni coordinate ed integrate, in cui progettisti, tecnici, esecutori e consulenti interagiscono in maniera sinergica, non limitandosi a intervenire solo su alcuni ambiti».
«Si tratta di numeri su cui si può e si deve intervenire con quella sensibilità e competenza che sappiano individuare gli interventi più idonei alle esigenze di ogni singola casa o edificio – commenta Manuel Castoldi Presidente di Rete Irene – La riqualificazione energetica infatti consente non solo di salvaguardare l’ambiente, ma anche di risparmiare sulle bollette del riscaldamento e addirittura di incrementare il valore delle singole abitazioni».
«Intervenire sul patrimonio edilizio esistente è un impegno che noi amministratori dobbiamo sostenere – aggiunge Claudio Bianchini presidente Anaci Lombardia – convincendo i cittadini condomini della necessità di interventi destinati ad aumentare il risparmio energetico».
Articolo tratto dal sito de “Il Sole 24 ore – Casa24″. Leggi articolo originale cliccando qui.